ENCAUSTO
Tecnica pittorica il cui legante è la CERA (presumibilmente cera punica) e il
supporto muro o tavola (in questo caso, con o senza INCAMOTTATURA). In uso
presso i Greci e i Romani, è largamente documentato nella letteratura
settecentesca in seguito al tentativo di reintrodurne la pratica (Cochin,
Caylus, Requeno), mentre scarne e tutte di epoca romana sono le testimonianze
più antiche, sia a livello di fonti che di reperti figurati.
Vitruvio descrive l'uso della cera punica fusa e stemperata con un po' d'olio da
stendere sulle pareti dipinte esposte all'aperto, per proteggerle dall'azione
degli agenti atmosferici, analogamente a quanto si faceva per le sculture in
marmo (gànosis). Tale procedimento di eneausticazione va tuttavia distinto dalla
pittura a encausto vera e propria, descritta da Plinio secondo i due metodi
principalmente impiegati: a spatola o a pennello.
Nel metodo a spatola, la cera fusa al calore del fuoco era mescolata con altre
sostanze (resine o gomme) per consentirne la stesura con la spatola, anche a
freddo. Nel metodo a pennello invece, il legante a base di cera era mantenuto
liquido utilizzando una tavolozzaza metallica a contatto con una fonte di
calore. L'abbandono della pittura a encausto sembra situarsi alla fine
dell'epoca carolingia, per venir recuperata, nel '700, come esempio di pittura
indelebile, non suscettibile di alterazioni, al contrario di quanto accadeva per
i dipinti a olio.
Fonti: Astori 1786, Bachelier 1755, Caylus 1755, Das Bucb 1846, Diderot 1755,
Dossie 1758, Dupuy 1699, Durozier 1844, Encyclopédie 1751-72, Fabbroni 1796,
Fernbach 1845, Fielding 1830, Fratrel 1770, Garcia de la Huerta 1726, Guevara
1560, Hoogstraten 1641, Knirim 1839, Lanzi 1809, Latffla 1842, Le Pileur 1779,
Milizia 1797, Mont-Josieu 1585, Ms.Lucca VIII, Muntz 1760, Paillot de Montabert
1829, Pernety 1757, Plinio I d.C., Requeno 1784, Scheffer 1669, Taylor 1843,
Tommaselli 1785, Vitruvio 27 a.C.
In Silvia Bordini, Materia e immagine. Fonti sulle tecniche della pittura, Roma,
Leonardo - De Luca, 1991, p. 249.
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